Carlo Bonomi

Roma  – Fino a che punto la comunicazione può sostituire la realtà,  nella rappresentazione di alcuni giornali della votazione per decidere il prossimo presidente di Confindustria? Certo, è rischioso perchè fra 48 ore la conta effettiva dei voti mostrerà tutto l’artificio, ma intanto si mette in scena una sorta di miraggio, che magari può persino spostare qualche voto isolato, anche se nessun imprenditore abbocca poi tanto facilmente.

Il riferimento che gli addetti ai lavori fanno è non soltanto all’articolo pubblicato oggi da La Stampa, che addirittura accredita un testa a testa tra Carlo Bonomi e Licia Mattioli, ma a tutto l’attivismo mediatico dell’attuale vicepresidente di Confindustria, che interviene qua e là tutti i giorni per reclamare la riapertura delle aziende ma senza mai azzardare un giudizio sulla condotta del governo (che dal 7 di marzo ha annunciato ai quattro venti che sarebbe stata pagata la cassa integrazione ai dipendenti delle aziende chiuse e 600 euro alle partite Iva senza che sia arrivato nemmeno un euro sinora, e nemmeno un euro arriverà sino a fine aprile), per non compromettere qualche voto che forse gli arriva dalle imprese pubbliche? E si guarda bene dall’azzardare qualsivoglia critica, se non di maniera sull’urgenza di soccorrere finanziariamente le imprese, al cosiddetto decreto liquidità, che in pratica consente alle aziende già affidabili presso la propria banca di accendere un’altra linea di credito, magari solo per pagare le tasse a giugno, e abbandona tutte le altre, quelle che già avevano difficoltà a farsi prestare i soldi.

La realtà è diversa ed è stata certificata dai saggi oltre un mese fa: la distanza tra Bonomi e Mattioli è ampia, 108 voti a favore del primo, 47 a favore della seconda. Al primo il 60 per cento delle preferenze espresse, alla seconda il 20 per cento. E poco o niente è cambiato dal 12 marzo a oggi, se non appunto l’attivismo mediatico di Mattioli e l’incremento dei voti di Bonomi, che oggi veleggia tra 110 e 114 voti. Se fra 48 ore il voto a distanza dei 182 membri del Consiglio generale rispetterà questi rapporti di forza, allora quanto sopra sarà soltanto un caso di scuola per le facoltà di giornalismo: una campagna virtuale che denuncia tutte le inadeguatezze del giornalismo stesso, che si affida soltanto alla fonte interessata e non fa nemmeno lo sforzo di telefonare al competitor. Non ci fa nemmeno una bella figura il comunicatore di turno, perchè ha vinto qualche scaramuccia che ha combattuto da solo ma ha perso rovinosamente la guerra per la sua candidata.

A meno che (lo riportiamo solo per dovere di cronaca), non si voglia dar credito a qualche malpensante che abbina la campagna mediatica a ipotesi di manomissione della piattaforma digitale attraverso la quale il Consiglio generale voterà a distanza, per cui i voti dell’uno possano miracolosamente passare di mano e finire all’altra. Ipotesi che si fa presto, magari sbagliando, a mettere in relazione con il fatto che all’esame del Comitato di presidenza di Confindustria sia stata portata soltanto la piattaforma digitale per il voto a distanza poi risultata vincente. Trattasi sicuramente di pettegolezzi, giustificati soltanto dalla volontà di restare artificiosamente in gara di Mattioli e dalla circostanza  che gli imprenditori oggi pensano soprattutto a come proseguire l’attività della propria azienda e meno ai giochi di Confindustria, dove peraltro hanno già dato per scontata l’affermazione di Bonomi. Stessa cosa peraltro hanno fatto molti membri del governo, che in questi giorni difficili hanno parlato con l’attuale presidente di Assolombarda.

Bonomi, forte del suo consenso e consapevole della situazione difficilissima del Paese, ha evitato di sollevare polemiche lavorando invece ad una squadra forte e autorevole. I suoi sostenitori ad ogni buon conto faranno lo screen shot del proprio voto elettronico in modo da poter eventualmente testimoniare l’effettiva destinazione del proprio voto, prova non confutabile poichè alla piattaforma essi possono ovviamente accedere una volta sola. Infine, sempre per dovere di cronaca, aggiungiamo che della faccenda si sta interessando anche la commissione anti fake news della presidenza del Consiglio.

(Associated Medias)