di Ennio Bassi

Nel rapporto tra agricoltura ed energie rinnovabili c’è un grande equivoco di fondo che va chiarito al più presto, prima che i meccanismi produttivi (e i soldi) previsti all’interno delle grandi iniziative sulla sostenibilità, vale a dire il “Green New Deal” e i piani per la “Green Recovery”, entrino in piena attività. L’equivoco è questo: tra molti agricoltori, e anche tra molti regolatori, vi è un preconcetto, l’idea che gli impianti fotovoltaici tolgano terra all’agricoltura. E chi mai toglierebbe pane per produrre energia? Nessuno. Il preconcetto però è proprio questo. Anzi potremmo dire che si tratta di un falso vero e proprio. Le nuove generazioni di impianti fotovoltaici, per la verità in attività ormai da anni, sono infatti pensate per integrare i processi agricoli classici, per ottimizzare le produzioni, per dare valore alle aziende e non certo per bloccare le produzioni. E questo non è un cambiamento da poco. Perché rafforzare il conto economico delle imprese agricole significa potenziare le produzioni tipiche e così dare all’agricoltura un futuro migliore.

Per dimostrare che questo non è un assunto accademico, e tantomeno di parte, non vi è cosa migliore che portare esempi concreti. Una “case history”, come dicono gli inglesi quando parlano di storie esemplari, è quella della TEP Renewables, un’azienda londinese con forti radici ed interessi italiani (nella foto in alto il fondatore e CEO Leonardo Montesi), le cui attività sono la prova tangibile di come si debba intendere oggi il rapporto tra agricoltura e produzione di energia rinnovabile.

TEP Renewables, che come core business opera nell’implementazione di impianti di energia rinnovabile, proprio per dimostrare quanto siano vantaggiosi gli investimenti nell’agri-fotovoltaico ha comprato l’Azienda Agricola Bonaccorsi di Melilli, in provincia di Siracusa. Per TEP  Renewables è il primo passo nella creazione della “Tomorrow’s farm”, cioè nella fattoria di domani: un laboratorio proiettato nel futuro per lo studio, la sperimentazione e l’applicazione di pratiche innovative in agricoltura nella produzione di energia rinnovabile.

La Melilli targata TEP Renewables, oltre a portare nel mondo alcuni tra i migliori prodotti dell’agricoltura siciliana (olio, olive da tavola, arance, limoni, cedri) e produrre energia rinnovabile utilizzando tecnologie fotovoltaiche di nuova generazione anche per soddisfare i suoi consumi, è diventata allo stesso tempo un aggregatore e un acceleratore di innovazione. All’interno dell’azienda agricola TEP Renewables infatti ospita un centro di Ricerca e di Studio aperto giovani talenti di tutte le nazionalità che vorranno impegnarsi nella sperimentazione di nuove tecnologie sostenibili applicata all’agricoltura e alla riproduzione di energie rinnovabili.

Insomma, con il suo esempio TEP Renewables dimostra nei fatti che l’agri-fotovoltaico è il futuro dell’agricoltura e allo stesso tempo fa vedere come i suoi prodotti e i suoi servizi per creare impianti rinnovabili siano estremamente efficaci e subito disponibili per altre aziende agricole che volessero investire in questo settore.  Del resto TEP  Renewables è da sempre impegnata a trovare un equilibrio tra il mantenimento dell’attività agricola e la produzione di elettricità. Un obiettivo a cui tendere per creare un unico ecosistema sostenibile fondato su energia pulita e rilancio dell’agricoltura locale. Del resto, fare agri-voltaico, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, non significa piantare un po’ di verde in un parco fotovoltaico o anche qualche pianta sufficientemente bassa da non fare ombra ai pannelli significa invece creare le condizioni per arrivare ad un consumo di suolo nullo. Significa fornire all’agricoltura delle risorse addizionali da investire nell’innovazione per migliorare la qualità del prodotto e svettare sulla massa.

E qui non possiamo non ricordare l’esistenza di un altro problema che si somma al preconcetto di cui dicevamo all’inizio, vale a dire impianti normativi ed iter autorizzativi vecchi ed inadatti. In Italia infatti per realizzare impianti agri-fotovoltaici si è obbligati a seguire strumenti regolatori vetusti, non rispondenti alla situazione tecnologia attuale e per questo spesso utilizzati proditoriamente da quegli apparati amministrativi locali che, un po’ per pigrizia un po’ per ignoranza, si trincerano dietro le leggi per non dare le necessarie autorizzazioni.

Concludendo, non si può non sottolineare come il futuro dell’agricoltura passi attraverso una crescita economia delle imprese e degli operatori e che l’agri-voltaico sia un ottimo strumento per incrementare i fatturati e così mettere le aziende stesse in grado di competere meglio sia in Italia che all’estero. La storia di TEP Renewables,  che, lo ripetiamo, è un’azienda della filiera delle rinnovabili che ha investito in agricoltura proprio per dimostrare come questi due mondi possano crescere bene insieme, indica chiaramente quale sia la strada e come percorrerla.

Ma a monte vi è una battaglia culturale tutta da giocare: fare capire al territorio, agli agricoltori come alle amministrazioni locali, e con esse ai regolatori, che l’innovazione, soprattutto quella sulle rinnovabili, migliora le produzioni, aiuta i cicli produttivi, genera maggiori ricavi e dunque benessere. Sembra ovvio ma così non è. Come tutte le battaglie culturali ha bisogno di tempo, di risorse e di esempi. Il modello di sostenibilità della TEP Renewables dovrebbe diventare un esempio da replicare e da diffondere.

https://www.teprenewables.com/

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