di Benedetta Ciavarro
Pochi giorni prima della pubblicazione dell’annuale rapporto della Bill & Melinda Gates Foundation incentrato sui temi del Covid-19 e sulle future intenzioni dell’organizzazione, la famiglia ha salutato per l’ultima volta Bill Gates Sr. L’uomo, padre di Bill Gates, si è spento a 94 anni dopo una lunga malattia. È stato lui nel 1994 a prendere le redini della fondazione quando il figlio era impegnato con Microsoft, ed insieme hanno reso la loro la più grande fondazione privata al mondo, trattando temi legati alla sanità, l’aiuto sociale, l’ambiente, la tecnologia e tanto altro. Bill Gates ha espresso grande dolore per la sua perdita, dichiarando di avere una forte ammirazione per il padre e sottolineandone il ruolo fondamentale nella creazione e nei valori della Fondazione Bill & Melinda Gates. Oggi, l’organizzazione è in prima linea nella lotta contro il Covid-19 e la ricostruzione del futuro.
I principi e gli obiettivi della fondazione sono stati definiti dai suoi membri in questi anni. I progetti filantropici della famiglia Gates sono fin da subito stati impostati in un’ottica umanitaria e di sviluppo globale, tramite per esempio l’ambizioso intento di debellare la povertà nel mondo. Ad oggi, uno dei loro programmi più seguiti è chiamato proprio Goalkeepers, e si occupa di monitorare l’avanzamento dei Sustainable Development Goals (SDGs), una serie di obiettivi concordati dai membri delle Nazioni Unite nel 2015. Secondo accordi presi dai leader mondiali, gli SDGs dovrebbero essere raggiunti entro il 2030, nonostante abbiano ardui scopi quali azzerare la fame nel mondo, ridurre le ineguaglianze, o assicurare una buona salute a tutti gli esseri umani. Per tenere traccia degli avanzamenti in questi vari, la Fondazione Bill & Melinda Gates pubblica ogni anno un resoconto dettagliato tramite il lavoro del Goalkeepers. Pochi giorni fa è arrivato l’attesissimo rapporto del 2020, che ha rivelato importanti dettagli sulla situazione del pianeta e sulle proposte dei Gates per il futuro.
È chiaro che il grande protagonista del 2020, da cui deriva il peggioramento della gran parte dei problemi globali attuali, è ancora il Covid-19. Il rapporto di Goalkeepers ruota interamente attorno a questo tema: il suo impatto, i danni causati e i prossimi passi per tentare di uscire da questa situazione. Per quanto riguarda il progresso verso l’adempimento dei SDGs, gli ultimi mesi sono stati disastrosi: per quasi ogni obiettivo la Fondazione ha rivelato che sono stati fatti molti passi indietro. Il documento dichiara infatti come in 25 settimane il mondo sia tornato indietro di 25 anni, se si guardano ad esempio i livelli di copertura vaccinale nel 2020 (lo rivelano i dati dell’Istitute of Health Metrics and Evaluation, partner ufficiale della Fondazione). Nonostante i problemi partano nel campo della salute, i peggioramenti legati al virus sono sfociati in catastrofi che si sono aggravate reciprocamente, in una scala di eventi interconnessi.
La catastrofe economica legata al Covid-19 è difatti un tema essenziale affrontato dalla Fondazione Bill & Melissa Gates. Come lo è anche la catastrofe educativa, conseguente alla chiusura delle scuole in ogni angolo del pianeta. Peraltro, la crisi da Ebola in Africa aveva visto tornare a scuola molte meno ragazze con le riaperture, rinforzando le diseguaglianze di genere. Il rapporto menziona anche una catastrofe nutrizionale, manifestata dalla mancata consumazione dei pasti in diversi paesi. Insomma, una svariata lista di conseguenze che hanno dimostrato come una crisi sanitaria di tale portata abbia ripercussioni su ogni tipo di progresso. Sopra tutto, la crisi economica che con diverso peso ha colpito ogni paese del mondo e che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, starebbe affrontando una perdita globale di almeno 12 trilioni di dollari americani. Una recessione due volte peggiore di quella dovuta alla crisi del 2008, e la peggiore mai vista dalla Seconda Guerra mondiale. Basti pensare che il tasso di estrema povertà è salito del 7% dopo venti anni di continuo progresso, costringendo quasi 37 milioni di persone in più a vivere con $1.90 al giorno. La povertà nei paesi a reddito medio-basso, ovvero la sopravvivenza con $3.20 al giorno, è oramai una realtà per 68 milioni di persone in più rispetto all’anno passato.
In sostanza, un bilancio buio quello della Fondazione. Il Covid-19 ha esasperato i problemi già esistenti, rallentando il progresso globale e creando ulteriori difficoltà. Il lavoro della Bill & Melinda Gates Foundation però non mira solo a fornire una dettagliata e ricca analisi, bensì vorrebbe impostare un’agenda per il futuro, fatta di pochi ma essenziali punti. Prima di ogni altra cosa, la collaborazione che deve essere al centro di ogni futura decisione. Nonostante la crisi nuoccia in modo diverso, ogni persona ne è colpita e deve essere parte alla soluzione. Se i cittadini non possono uscirne senza contare su sforzi comuni come indossare la mascherina, i governi non possono di certo uscirne senza l’aiuto degli altri paesi. Il 66% del PIL dell’Unione Europea proviene dall’esportazione e l’importazione. Ogni paese ha un preciso ruolo nell’economia globale. Quando l’equilibrio vacilla, come adesso, ognuno di questi paesi deve contribuire per ristabilire un’armonia.
La famiglia Gates si occupa da sempre di combattere pandemie che nella maggior parte del pianeta vengono a malapena ricordate. Il Covid-19, presente dovunque, ha danneggiato paesi che affrontano ancora virus come la malaria e la tubercolosi, e con situazioni sanitarie già fragili. Il desiderio della Fondazione è di costruire un’equità nel campo salutare che non lasci indietro nessuno. Per iniziare, bisogna però frenare l’attuale pandemia e fare uno sforzo di cooperazione e innovazione. Questo lavoro deve concentrarsi su tre punti: sviluppare un trattamento per il breve termine della pandemia e dei vaccini per il medio termine; produrre la più alta dose di test e vaccini nel minor tempo possibile; distribuire equamente tutti gli strumenti necessari a chi ne ha bisogno.
A questo punto, la relazione della Gates Foundation sottolinea l’importanza di investire nella ricerca del maggior numero di vaccini possibile, poiché le probabilità di successo dei vaccini è del 7% nella fase iniziale e del 17% quando si arriva ai test sull’uomo. Una soluzione per i paesi sarebbe dunque quella di finanziare comunemente un’ampia gamma di proposte ed ottenere di conseguenza una più alta probabilità di successo. Allo stesso modo, la produzione deve essere incentivata e trovarsi pronta per quando i vaccini saranno collaudati. L’ultimo concetto ribadito è infine quello dell’equa distribuzione proporzionale alla popolazione: questa permetterebbe di diminuire del 61% le morti da Covid-19 rispetto al 33% che risulterebbe se i vaccini fossero distribuiti per primi nei paesi ad alto reddito (secondo una stima del Laboratorio per la Modellazione di Sistemi Biologici e Socio-Tecnici della Northeastern University).
La Bill & Melinda Gates Foundation da aprile supporta l’ACT Accelerator, ovvero una collaborazione globale chiamata The Access to Covid-19 Tools, lanciata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente della Commissione Europea Ursula Von de Leyen e la fondazione stessa. Un numero di paesi, tra cui l’Italia, si è impegnata nei progetti dell’ACT che vorrebbero, tramite uno sforzo condiviso, creare gli strumenti per combattere la pandemia. Tra i membri, vi sono in effetti importanti associazioni farmaceutiche che stanno sperimentando un eventuale vaccino per debellare il virus. I rapporti tra Bill Gates e l’OMS sono spesso stati messi in discussione nei mesi passati, poiché la sua fondazione è il secondo maggiore investitore dell’OMS dopo gli Stati Uniti. Per questo motivo, Gates è stato accusato di poter muovere le priorità dell’OMS, che a sua volta indirizza grandi investimenti verso compagnie farmaceutiche e sanitarie private. La Coalition for Epidemic Preparedness Innovations per esempio, società di sviluppo vaccini a scopo non lucrativo di Gates, è finanziata dall’ACT e dunque dall’OMS e tutti i governi che vi prendono parte. Se ci fossero alti interessi economici da ricavare con l’arrivo dei vaccini, questi potrebbero mettere Gates in una posizione scomoda, soprattutto poiché fu lui nel 2015 a parlare del rischio di un virus molto simile al Covid-19. Il suo peso nell’industria è innegabilmente forte, e Gates detiene il potenziale di smuovere molti equilibri al suo interno. Bisogna tuttavia sottolineare che la Gavi Alliance di proprietà di Gates ha permesso la distribuzione di oltre 750 milioni di vaccini da quando è stata fondata nel 2000. Gli aiuti filantropici della Fondazione hanno permesso numerosi avanzamenti sociali, e la ricchezza di Gates non è stata significativamente alterata in seguito ai suoi investimenti farmaceutici. Il messaggio lanciato dalla Bill & Melinda Gates Foundation domanda dei cambiamenti, ma per spingere il mondo verso un progresso già richiesto dai paesi delle Nazioni Unite, caratterizzato dai valori della giustizia, equità e buonsenso.
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