La Norvegia ha bloccato la vendita dell’ultimo pezzo di terra di proprietà privata che si trova nell’arcipelago artico delle Svalbard, nell’intento di impedire alla Cina di acquisirlo. Le Svalbard fanno parte della Norvegia, ma un trattato del 1920 conferisce ai paesi firmatari del trattato sull’Artico, tra cui Cina e Russia, il diritto di sfruttare le sue risorse naturali, compresi i minerali. L’Artico sta diventando sempre più un luogo di tensioni geopolitiche.

La proprietà che si estende èer 60 km quadrati in una zona remota di Sore Fagerfjord, nelle Svalbard sud-occidentali era in vendita per 300 milioni di euro. Costituita da montagne, pianure, un ghiacciaio e circa cinque chilometri di costa, è l’ultimo pezzo di terra dell’arcipelago che era ancora in mani private. Desiderosa di proteggere la propria sovranità, la Norvegia non vede di buon occhio che la proprietà di Sore Fagerfjord finisca in mani straniere e così ha esercitato il suo potere e fermato la transazione. Lo Stato norvegese possiede il 99,5% delle Svalbard e ha dichiarato la maggior parte del territorio, compresa la proprietà di Sore Fagerfjord, aree protette in cui sono vietati, tra l’altro, la costruzione e il trasporto motorizzato.Probabilmente i proprietari si opporranno al provveedimento. Nel 2016, la Norvegia ha pagato 33,5 milioni di euro per acquisire il penultimo terreno privato delle Svalbard, vicino a Longyearbyen, che secondo quanto riferito era oggetto anch’esso di interesse da parte di investitori cinesi. E potrebbe fare la stessa cosa anche questa volta.

 

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