Due anni dopo l’avvio dell’invasione russa, la popolazione dell’Ucraina appare sempre più scoraggiata. Tra risultati deludenti della controffensiva estiva, le vittorie invernali dei russi e l’aumento dell’incertezza da parte degli alleati, l’umore del paese è messo a dura prova

di Carlo Longo

Due anni dopo l’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio del 2024, la popolazione Ucraina mostra segni di forte scoraggiamento. Questo cambiamento d’umore è dovuto alla mancata riuscita della controffensiva estiva, alle conquiste dei russi durante l’inverno, alle incertezze degli alleati nel fornire il supporto necessario e al logoramento provocato da una guerra di cui non si intravede la conclusione.

Gli ultimi dodici mesi di guerra hanno portato con sé notevoli cambiamenti. Lo scorso febbraio, oltre un quarto degli ucraini credeva che il conflitto sarebbe giunto al termine entro un anno e il 66% di loro escludeva l’idea di avviare negoziati con la Russia. Ora però, quasi metà dei cittadini ucraini è convinta che la guerra durerà per un altro anno almeno e il 42% ritiene che sia giunto il momento di sedersi al tavolo della pace.

“Un anno fa eravamo senza corrente ma abbiamo mantenuto la speranza”, afferma Oksana, impiegata di una ONG tedesca, ricordando i bombardamenti russi che avevano lasciato le maggiori città ucraine senza energia elettrica. Ora, il ritmo dei bombardamenti è diminuito ma quell’ottimismo sembra essere svanito.

Questo sentimento di scoraggiamento evidenziato dai sondaggi, contrasta con le speranze di fine guerra di un anno fa quando le vittorie dell’esercito ucraino a Kiev, Kharkiv e Kherson sembravano preannunciare una celere conclusione del conflitto. Tuttavia, come osservato dal giornalista francese Fabrice Deprez, queste violente oscillazioni dell’umore nella popolazione sono comprensibilie inevitabili in tempo di guerra.

A dispetto di tutto, la maggior parte degli ucraini rimane contraria a cedere territorio alla Russia in cambio della pace e la fiducia nel presidente Volodymyr Zelensky, seppur in calo, è ancora alta.

Nel contempo, l’esercito rimane un’istituzione molto popolare nel Paese, con un tasso di approvazione superiore all’80%. Le raccolte fondi a supporto delle forze armate sono ubique nelle città: in bar, supermercati, nelle strade e nelle librerie.

Il governo ucraino e i suoi alleati dovranno fare più che contare sulla generosità della popolazione per contrastare l’avanzata russa. Gli analisti Michael Kofman, Rob Lee e Dara Massicot sostengono che l’Ucraina dovrà adottare una strategia difensiva, accumulando riserve e preparandosi per una nuova controffensiva nella primavera del 2025.

Per farlo, Ucraina dovrà mobilitare una percentuale maggiore della sua popolazione e della sua economia. A dicembre, alcuni cittadini hanno protestato chiedendo che il bilancio comunale di Kiev fosse direzionato maggiormente verso l’esercito.

Parallelamente, il governo sta valutando la possibilità di aumentare le imposte e gli stipendi nel settore della difesa.

Una questione ancor più pressante è la mobilitazione della popolazione. L’Ucraina conta circa un milione di soldati in servizio attivo, molti dei quali hanno passato due anni sul fronte.

Il precedente comandante in capo delle forze armate, Zaluzhny, aveva richiesto 500 mila nuovi soldati e misure più severe per coloro che si sottraggono al reclutamento.

Il governo ucraino tuttavia cerca di condurre la guerra senza stravolgere radicalmente la società. I giovani, considerati il futuro del paese, sono una categoria in larga parte risparmiata dalla mobilitazione.

Questo secondo anniversario di guerra si svolge su un palcoscenico di contraddizioni. Contraddizioni tra il fronte bellico e la vita apparentemente normale nelle città, tra le promesse degli alleati e gli aiuti effettivamente forniti C’è poi una contraddizione tra una popolazione che sembra voler continuare a lottare e un governo che esita a chiedere i sacrifici necessari per raggiungere la vittoria.

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