Gli Stati Uniti hanno usato il loro potere di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per respingere una risoluzione proposta dall’Algeria che chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario nella striscia di Gaza. Mentre la Gran Bretagna si è astenuta, tutti gli altri 13 membri del Consiglio di sicurezza, compresa la Francia, avevano votato a favore

di Carlo Longo

Il tentativo dell’Algeria di indurre un immediato cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza ha subito un contrattempo oggi, quando gli Stati Uniti hanno esercitato il loro diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Questa è la terza volta che gli USA hanno respinto una richiesta di cessate il fuoco da quando il conflitto è iniziato, dando priorità alla protezione degli obiettivi militari di Israele.

La Gran Bretagna ha scelto l’astensione, ma la decisione degli Stati Uniti ha portato al rifiuto della proposta, nonostante il favorevole voto degli altri 13 membri del Consiglio di sicurezza, inclusa la Francia. Secondo la Casa Bianca, un cessate il fuoco permanente avrebbe potuto permettere a Hamas di rafforzarsi e riorganizzarsi, minando quindi gli obiettivi militari prefissati da Israele in risposta agli attacchi del 7 ottobre.

Gli Stati Uniti hanno inoltre affermato che approvare la risoluzione avrebbe compromesso i “delicati negoziati in corso” tra Israele e Hamas. Secondo l’ambasciatrice Linda Thomas Greenfield, queste discussioni sono attualmente l’unico percorso per una pace duratura nella regione.

Dopo il voto, il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, ha ribadito la posizione statunitense e ha esortato Israele a non estendere l’offensiva su Rafah senza un piano per la sicurezza dei civili palestinesi. Egli ha anche suggerito che gli Stati Uniti stiano lavorando a una proposta di risoluzione alternativa che possa ottenere un consenso più ampio.

Nel frattempo, l’ambasciatore sudafricano in Olanda, Vusimuzi Madonsela, ha criticato Israele, affermando che il paese sta applicando ai palestinesi una forma di apartheid ancora più estrema di quella vissuta in Sudafrica prima del 1994.

Conclude il resoconto la notizia che Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas in esilio, è giunto al Cairo per trattare un accordo con Israele riguardante un cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi e prigionieri. Anche una delegazione israeliana è presente, accolta da alti rappresentanti dell’intelligence egiziana.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati