Agricoltori in diverse regioni italiane hanno protestato bloccando le strade e organizzando manifestazioni per esprimere le loro preoccupazioni sul futuro del settore agricolo. Le proteste hanno paralizzato la circolazione nelle città e interrotto le normali attività stradali, dando luogo a interscambi di idee con i rappresentanti del governo

di Corinna Pindaro

L’onda di protesta che coinvolge gli agricoltori raduna forze in diverse regioni d’Italia. Oltre alle manifestazioni e sit-in che hanno luogo oggi in varie città, ci aspettiamo un incremento di attività domani.

Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è intervenuto a un presidio a Verona, annunciando la consapevolezza del governo sulle questioni sollevate dal settore agricolo. “Dobbiamo proteggere il Made in Italy perché siamo una nazione piccola. Se non difendiamo questo livello di qualità, il giusto prezzo, il giusto reddito dei nostri agricoltori, noi come nazione perdiamo il senso di esistere. Il made in Italy è un sistema ampio che ci siamo conquistati con la nostra storia, con la nostra cultura, con millenni di contaminazioni anche di altre culture, che abbiamo saputo mettere insieme e offrire al resto del mondo”, ha affermato Lollobrigida.

Gli agricoltori di Orte, nel Lazio, hanno guidato i loro trattori lungo la Strada Statale 675 fino al criterio di inversione, formando una lunga fila di mezzi pesanti commerciali oltre un chilometro in direzione Terni, ostacolando il flusso del traffico. Invece del consueto percorso, hanno scelto di procedere lentamente sulla Strada Statale 675, creando immediatamente un ingorgo di camion dietro di loro. Le autorità di polizia stradale sono intervenute per ripristinare l’ordine.

In Lombardia, si sono verificati blocchi a Brescia e a Melegnano, vicino Milano. Gli agricoltori, aderenti al Coordinamento Riscatto Agricolo, hanno bloccato il traffico in entrambe le location causando notevoli interruzioni. A Brescia la protesta si è poi spostata sotto la sede di Coldiretti.

Novara ha visto un’ondata di oltre 200 trattori, mentre anche Alessandria ha mostrato il suo sostegno con proteste e un presidio in piazza d’Armi. Gli agricoltori hanno sventolato bandiere italiane e nere adornate con teschi, recando slogan come “No farmers No food” e “senza agricoltura niente cibo e niente futuro”.

Cuneo ha accolto 40 trattori che hanno sfilato per la città raccogliendo applausi e curiosità dagli spettatori.

La protesta ha coinvolto anche L’Aquila, con un presidio del ‘Movimento spontaneo agricoltori Cospa Abruzzo’ che durerà tre giorni. Si prevede che domani un corteo attraversi la città lungo la Sr 17 bis, via Panella, portando a restrizioni e rimozioni nelle aree interessate.

Mobilitata anche la Sardegna: prima notte davanti al porto di Cagliari per pastori e agricoltori che, da ieri mattina, protestano contro le politiche dell’Unione europea sulle produzioni nelle campagne sarde.

I manifestanti hanno passato la notte sotto i gazebo e nelle cabine dei trattori riscaldati da un falò. “Siamo pronti a un’altra giornata di battaglia – ha detto Giorgio Congia, uno dei portavoce della protesta – continueremo con i blocchi a singhiozzo. Nel frattempo la mobilitazione si allarga: i trattori hanno raggiunto il porto industriale di Oristano, mentre venerdì alle 10 si aprirà un altro fronte della protesta a Muros, in provincia di Sassari. “Siamo stanchi – ribadisce Congia- di farci dire dall’Ue come dobbiamo lavorare. Abbiamo rivendicazioni concrete su Irpef e credito d’imposta: qualcosa ci era stata concessa, ma poi non è stata confermata. E intanto le campagne sono in crisi”.