Ad Orte gli agricoltori hanno tentato di bloccare il casello, alcuni partecipanti si sono diretti alla sede della Coldiretti Viterbo, strappando e bruciando le bandiere in segno di protesta

di  Mario Tosetti

La manifestazione degli agricoltori a Viterbo, la Tuscia, prosegue ad oltranza. Si sono anche registrati momenti di tensione al casello di Orte sull’Autostrada A1: il tentativo di interrompere la circolazione è stato però sventato prontamente dalla polizia. La protesta si è tenuta vicino al casello durante la mattinata con numerosi trattori ed altri mezzi agricoli che hanno affollato la rotatoria antistante.

La presenza degli agenti di polizia ha impedito peggiori conseguenze ma non ha evitato disagi per chi si apprestava a entrare o uscire dal casello. Gli organizzatori della manifestazione hanno reso noto che fra i partecipanti si trovavano anche diversi agricoltori umbri.

In una mossa successiva al blocco presso il casello, circa quaranta veicoli agricoli hanno creato intralci sulla Cassia Nord, nei pressi di Porta Fiorentina, uno degli accessi principali a Viterbo. Inoltre, alcuni partecipanti, radunatisi accanto al cimitero sulla Cassia, si sono diretti alla sede della Coldiretti Viterbo, strappando e bruciando le bandiere in segno di protesta. Il convoglio di trattori ha quindi percorso varie strade cittadine, causando congestione del traffico.

Il portavoce dei manifestanti, Felice Antonio Monfeli, ha poi annunciato lo spostamento dell’adunata ma ha precisato che le proteste proseguiranno nel rispetto delle leggi e in maniera pacifica. Monfeli ha inoltre preso le distanze da quei membri che hanno incendiato le bandiere della Coldiretti.

Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha dichiarato di sostenere le rivendicazioni degli agricoltori, pur condannando gli atti violenti. Ha sottolineato l’importanza di mantenere un fronte comune tra le istituzioni e il sistema produttivo italiano per valorizzare le opportunità del settore. Tuttavia, ha espresso la sua contrarietà verso gli atti violenti come l’incendio delle bandiere delle associazioni agricole.

Francesco Lollobrigida, il ministro dell’Agricoltura, ha detto di apprezzare ciascuna manifestazione democratica, specialmente quelle dei lavoratori che hanno visto il loro reddito ridursi nel tempo a causa di decisioni che non proteggono né l’ambiente né la sovranità alimentare del continente. Tuttavia, ha respinto con fermezza ogni forma di violenza, compreso l’atto di bruciare le bandiere delle associazioni agricole, come è accaduto recentemente a Viterbo.

Da quando il suo governo è sito eletto, Lollobrigida ha affermato che l’Italia ha riallocato l’agricoltura al centro del palcoscenico e si è schierata con l’Unione Europea in difesa del settore. Ha chiamato per un fronte comune tra le istituzioni e il sistema produttivo italiano, al fine di valorizzare le nostre potenzialità e rafforzare un’Unione Europea diversa, più in linea con le intenzioni dei fondatori.

Il ministro ha inoltre elogiato Coldiretti per la sua lotta contro il cibo sintetico, una battaglia che l’Italia sta conducendo con successo in Europa. Ha espresso la sua solidarietà a Coldiretti, sperando che nessun lavoratore agricolo o imprenditore comprometta il loro impegno per difendere il lavoro, la terra, la produzione, attraverso azioni che non riflettono i principi di rispetto, libertà e democrazia.

In Calabria, la lotta degli agricoltori continua con forti presidi su molte strade principali. Ci sono stati due incontri regionali previsti per tentare di raggiungere una soluzione mediata. I presidi più rilevanti sono in corso nel Catanzarese e nel Crotonese, causando notevoli interruzioni del traffico.

Gli agricoltori e gli imprenditori agricoli dell’Irpinia hanno dato inizio alla seconda giornata di manifestazione nella seconda metà della mattinata. Dopo il protesto di ieri ad Avellino, oltre cento trattori si sono radunati nella zona industriale di Flumeri, per poi procedere in corteo fino al centro di Grottaminarda. Il corteo si concluderà vicino al casello dell’Autostrada A16 Napoli-Canosa.

Diversi sindaci e funzionari locali hanno espresso il loro appoggio alla protesta, che ha proibito l’uso di bandiere sindacali e simboli dei partiti. Un’originale espressione di dissenso è stata la posizione di una bara sul trattore, rappresentativa del Made in Italy in declino. Un manichino verde impiccato su un altro veicolo simboleggiava le difficoltà affrontate dalle aziende agricole. Queste ultime, secondo i manifestanti, sono vittima delle politiche agricole dell’Unione Europea, costringendo i produttori a vendere i loro prodotti a prezzi non remunerativi e a sopportare una crescente tassazione sui terreni agricoli.

Un nuovo appuntamento di protesta è previsto per domani, davanti agli uffici della Regione Campania ad Avellino. Questa agitazione attesta la crescente frustrazione del settore agricolo irpino, che cerca di attirare l’attenzione sulle sue difficoltà e dare voce alle sue rivendicazioni.