In un colloquio di 40 minuti tra i leader israeliano e statunitense, il premier Benjamin Netanyahu ha tenuto ferma la propria posizione,  non essendo disposto a compromessi sul controllo di Israele a ovest del Giordano. La proposta USA di uno stato palestinese demilitarizzato è stata così respinta, sebbene gran parte degli israeliani la pensi diversamente

di Mario Tosetti

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è rimasto irremovibile  di fronte alla proposta Usa di riconoscere uno stato palestinese anche nel corso di  in un colloquio di quaranta minuti con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.  Netanyahu ha rifiutato qualsiasi compromesso. “Israele deve mantenere il controllo della sicurezza sul territorio a ovest del Giordano, una posizione che scontro con le richieste di sovranità palestinese”, ha affermato.

Il dialogo, sebbene non consueto, è molto significativo in quanto mostra lo sforzo degli Stati Uniti di risolvere il conflitto in atto a Gaza. La proposta americana consta di un piano per la creazione di uno stato palestinese demilitarizzato, un’idea che ha ricevuto il sostegno di Paesi arabi, dell’Unione Europea e dell’Onu. Il piano prevede il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, la normalizzazione delle relazioni tra l’Arabia Saudita e Israele, e l’isolamento dell’Iran.

In cambio, Biden ha chiesto a Netanyahu la creazione di un nuovo stato palestinese, senza alcuna influenza di Hamas e sotto la guida dell’Autorità di Ramallah. Tuttavia, Netanyahu ha persistito nel suo rifiuto.

Bezalel Smotrich, il Ministro delle Finanze e leader dell’estrema destra messianica, ha espresso duramente il suo pensiero sulla questione. Ha affermato che “gli americani devono svegliarsi. In Israele, vi è un forte consenso contro la creazione di uno stato palestinese”.

I media internazionali hanno riportato commenti contrastanti sulla situazione. La CNN ha riferito che il premier israeliano ha spiegato a Biden che non intendeva escludere del tutto la soluzione dei due stati, ma l’ufficio del premier ha successivamente smentito questa affermazione.

Nonostante la rigida posizione di Netanyahu, una parte del paese non concorda con le sue strategie. Ieri i parenti degli ostaggi a Gaza hanno manifestato davanti alla residenza di Netanyahu a Cesarea, chiedendo le dimissioni del governo, lo scioglimento della Knesset e l’indizione di nuove elezioni.

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