Due disegni di legge sono stati presentati al Senato con l’idea di abolire l’attuale sistema di accesso programmato a Medicina, ritenuto inadeguato. Le proposte provengono da Fratelli d’Italia e dalla Lega e si propongono di bilanciare l’aspirazione all’eccellenza accademica e sanitaria con una valutazione più equa e inclusiva degli studenti

di Carlo Longo

L’eccessivo rigore del sistema di accesso programmato a Medicina ha scatenato un dibattito che ha portato alla presentazione di due disegni di legge – il 915 e il 942 – presso il Senato. Questi disegni di legge, depositati rispettivamente da Fratelli d’Italia e la Lega, mirano ad abolire il cosiddetto numero chiuso per l’accesso alla facoltà di medicina, giudicato sia difettoso che eccessivamente rigido nell’individuare gli studenti più meritevoli.

Malgrado le due proposte siano accomunate dallo stesso presupposto, presentano due diverse risoluzioni. Fratelli d’Italia opta per un nuovo tipo di test che mantiene il numero programmato, mentre la Lega punta all’abolizione definitiva del numero chiuso, seguita da una riorganizzazione delle attività formative all’interno delle università.

Fratelli d’Italia propone che gli studenti di medicina seguano un semestre comune insieme a quelli iscritti in Biotecnologie mediche o Scienze motorie e sportive. Durante questo percorso, gli studenti dovranno superare tre esami: anatomia umana, biologia e un test attitudinale non valutato. Successivamente, parteciperanno a un test di medicina nel mese di gennaio. Il formato del test sarà composto da quiz a risposta multipla su fisica, medicina, biologia e principi di anatomia umana.

D’altro canto, la Lega si sta spingendo per una totale abolizione del numero chiuso, parallela ad una rivoluzione nel modo in cui si svolgono le attività formative. La proposta prevede l’introduzione di un sistema di rotazione degli studenti per consentire lezioni frontali parzialmente a distanza, mentre le esercitazioni di anatomia umana dovranno essere esclusivamente svolte in presenza.

La Lega ha anche previsto l’implementazione di criteri selettivi per stabilire un minimo di esami che gli studenti dovranno superare per proseguire il corso. L’approvazione di tale piano condurrebbe a nuove spese nel bilancio dello stato, contrariamente a quanto dichiarato dal leader del partito, Matteo Salvini, che durante la campagna elettorale, aveva promesso un costo zero per lo Stato.

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