Nel 2024, si prevede un accesso a quota 103, opzione donna e APE sociale per quasi 32.000 persone, in base alla relazione tecnica della legge di Bilancio 2024. Rispetto alle stime della legge 197/2022 che indicavano quasi 60.000 uscite nel 2023, questo segna una stretta sui canali di pensionamento anticipato. Questo articolo analizza le modifiche previste e il loro potenziale impatto sul pensionamento nel prossimo anno

di Corinna Pindaro

Per il prossimo anno, il quadro del pensionamento anticipato subirà delle importanti modifiche a seguito delle nuove norme previste dalla legge di Bilancio 2024 che sarà approvata entro la fine dell’anno. L’ampliamento della durata delle finestre mobili per le pensioni quota 103 porterà a un utilizzo ridotto di questo canale. Infatti, con le finestre mobili ampliate a 7 e 9 mesi, rispettivamente per i lavoratori del settore privato e del settore pubblico, le prime decorrenze si avranno solamente in estate.

Le modifiche introdotte comporteranno due cambiamenti essenziali. In primo luogo, l’assegno pensionistico sarà calcolato secondo il metodo contributivo invece che misto, producendo una diminuzione permanente per la maggior parte dei futuri pensionati. In secondo luogo, la pensione anticipata ordinaria si pone come alternativa competitiva a quota 103, in quanto calcolata con il metodo misto e dopo l’ampliamento delle finestre mobili, avrà una differenza minima rispetto a quota 103.

La riforma non modificherà i canali principali di pensionamento, per cui la pensione anticipata ordinaria richiederà ancora ai maschi 42 anni e 10 mesi di contributi e alle femmine 41 anni e 10 mesi, oltre a una finestra di tre mesi. Per la pensione di vecchiaia, invece, l’età minima rimarrà 67 anni con 20 anni di contributi.

L’Ape sociale vedrà un aumento del requisito anagrafico di cinque mesi, riducendo quindi il numero di potenziali beneficiari rispetto al 2023. Per quanto riguarda l’opzione donna, l’aumento del requisito d’età da 60 a 61 anni comporterà una diminuzione delle uscite previste.

Di fronte a questi cambiamenti, il pensionamento anticipato per i lavoratori precoci – coloro che possono rivendicare almeno 18 mesi di contributi pensionistici da lavoro effettivo accumulati prima del diciannovesimo anno di età – assume un ruolo significativo. Per questi soggetti, che soddisfano una delle cinque condizioni specifiche richieste dalla legge, il pensionamento sarà possibile con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.

Tenendo conto delle nuove regole, si prevede una riduzione significativa delle uscite in quota 103 dal 2022 al 2024. Con tutte queste modifiche prossime all’attuazione, è fondamentale rimanere ben informati per prepararsi a un quadro del pensionamento in evoluzione.

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