Il primo ministro albanese Edi Rama è convinto che l’accordo sulla migrazione con l’Italia non violi la Costituzione, pur in attesa del giudizio della Corte Costituzionale. Rama esprime la sua fiducia in una decisione tempestiva e rafforza l’importanza di questo accordo bilaterale

di Mario Tosetti

Il primo ministro albanese, Edi Rama, in un recente intervento ad Atreju – la kermesse di Fdi  in corso fino al 17 dicembre a Castel Sant’Angelo a Roma – ha sminuito il ricorso promosso dall’opposizione albanese che ha portato l’accordo sui migranti con l’Italia di fronte alla Corte costituzionale, definendo tale mossa ‘ridicola’. Ancora fiducioso nella legittimità dell’accordo, Rama aspetta pazientemente la decisione della Corte ed esprime la sua aspettativa di un responso prima della prossima primavera.

Rama ha inoltre respinto la possibilità di accordi simili con altri paesi membro dell’Unione Europea, sottolineando come l’Italia sia vista come una nazione ‘fraterna’, in contrapposizione ad un mero canale di trasferimento del problema migratorio. Ha affermato che l’accordo con l’Italia riflette un impegno reciproco per fronteggiare e gestire efficacemente la questione migratoria.

Affermare che tale accordo sia la soluzione definitiva alla problematica sarebbe sicuramente presuntuoso, precisa Rama, ma rappresenta sicuramente uno sforzo nella ricerca di soluzioni là dove l’UE stessa sembra non riuscire a trovare un terreno comune. Il primo ministro albanese sottolinea l’importanza di sviluppare soluzioni più profonde, pur lavorando nel contempo a possibili risposte, che per quanto non perfette, rappresentano comunque un passo avanti.

Durante l’intervento, Rama ha ricevuto ripetuti applausi dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In particolare quando Rama, ribadendo l’impegno dell’Albania nel gestire il problema della migrazione, ha ironicamente chiesto se il problema fossero gli albanesi che accettano i migranti o i francesi che non li vogliono. Un commento che ha scatenato l’approvazione e l’entusiasmo del pubblico presente.

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