Il verdetto finale dovrebbe essere emesso entro tre mesi, e nonostante questo, Palazzo Chigi non ha manifestato preoccupazioni sull’attuazione del memorandum

di Mario Tosetti

Il cammino verso l’approvazione dell’accordo sui migranti tra Italia e Albania è stato, almeno per il momento, interrotto. L’approvazione dell’intesa firmata da Giorgia Meloni ed Edi Rama, che era prevista per il 14 dicembre nel Parlamento di Tirana, è stata temporaneamente bloccata dalla Corte Costituzionale. L’indagine sulle due denunce presentate dall’opposizione è alla base di quello che sarà il verdetto della sentenza finale, che dovrebbe essere resa entro tre mesi. A ciò, Palazzo Chigi ha optato per non commentare, considerando tale decisione come tecnico-giuridica di un Paese terzo.

Il protocollo d’intesa firmato dai due capi di governo lo scorso novembre, prevede la creazione di due centri di accoglienza e rimpatrio in Albania, finanziati e amministrati dall’Italia. Questo ha portato a rigide contrapposizioni tra la maggioranza e l’opposizione sia a Roma che a Tirana. L’opposizione in Albania ha sostenuto che questo sistema di cooperazione sarebbe in contrasto con la Costituzione e le convenzioni internazionali alle quali il paese è aderito.

Nei due ricorsi presentati alla Corte è stato affermato che il protocollo con l’Italia porterebbe l’Albania a rinunciare alla sua sovranità e che per far passare questo accordo sarebbe necessaria l’autorizzazione del presidente albanese. La presidente della Corte Costituzionale, Holta Zaçaj, ha dichiarato che i ricorsi presentati sono idonei e che saranno esaminati in una sessione plenaria. Così, la procedura parlamentare per la ratifica dell’accordo è stata sospesa fino a che non sarà emessa una sentenza, entro il 6 marzo.

Nonostante il differimento, fonti di Palazzo Chigi affermano di non temere ritardi nell’attuazione del protocollo. L’intesa Italia-Albania è stata definita da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, come “un modello” a cui guardare.

Contrariamente a ciò, l’improvviso arresto da Tirana ha sollevato una nuova ondata di critiche da parte dell’opposizione a Roma. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha espresso la sua disapprovazione dello stop, così come Davide Faraone, capo del gruppo Italia Viva alla Camera. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha espresso la speranza che ciò segni l’inizio della fine di questa situazione.

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