Un recente rapporto Censis disegna un quadro preoccupante, in cui molti italiani sembrano aver chiuso gli occhi di fronte alle emergenze del Paese. Per molti italiani tutto è emergenza, e quindi nessuna lo è veramente. Al contempo si vive nella paura

di Emilia Morelli

Il ritratto del “sonnambulismo sociale” disegnato dal 57° rapporto Censis mette in luce una società italiana apparentemente indifferente ai segnali di allarme emergenti. Questo annuale appuntamento è una lente attraverso cui visualizzare i principali problemi che la nostra nazione si trova ad affrontare.

L’immagine di una società cieca di fronte a previsioni sconfortanti è il filo conduttore dell’intero rapporto. Dal drammatico calo della forza lavoro previsto per il 2050, per gli italiani, intrappolati in un ciclo di emozioni negative, la realtà sociale appare compromessa. L’ 80% ritiene che il Paese sia in declino e il 70% vede più svantaggi che vantaggi dalla globalizzazione, mentre oltre la metà teme l’esplosione di un conflitto globale .

Tuttavia, non sono solo le paure a dominare il panorama: si assiste anche a una rincorsa verso limitate aspirazioni di benessere quotidiano, che si contrappone al tradizionale ideale di agiatezza. L’economia, nonostante il numero record di occupati, sta rallentando, mentre si affermano nuovi diritti civili individuali e diversi modi di costruire una famiglia.

Gli effetti del rallentamento della crescita offrono un scenario di incertezza, in particolar modo se si considera l’impatto negativo sul Pil del secondo trimestre dell’anno (-0,4%) e la stagnazione registrata nel terzo trimestre. Il dato, peraltro, ancora non incorpora i possibili effetti della guerra in Medio Oriente. Anche il mercato degli investimenti fissi lordi ha risentito negativamente, mostrando una riduzione dell’1,7%. Molte delle attese di crescita sono riposte nel Pnrr che, secondo le previsioni, dovrebbe arrivare nel 2023 ad essere completo al 50%.

Nonostante ciò, l’occupazione nel nostro Paese sembra essere in crescita, con un aumento del 2,4% tra il 2021 e il 2022. Il numero di occupati al primo semestre del 2022 è il più elevato in assoluto. Tuttavia, gli italiani rimangono ultimi nell’Unione europea in termini di tasso di occupazione, con una percentuale di solo il 60,1%.

L’emigrazione è un altro fenomeno che caratterizza questo tempo, con più del 10% degli italiani residenti all’estero. Questa cifra ha visto un aumento del 36,7% negli ultimi dieci anni. Un elemento allarmante è l’aumento di giovani fra i 18 e i 34 anni che scelgono di trasferirsi all’estero, con un numero che supera i 36.000 solo nell’ultimo anno.

Infine, il rapporto Censis evidenzia una società bloccata dai timori, in balia di un’ipertrofia emotiva. Le questioni urgenti vengono percepite come catastrofiche e gli scenari futuri generano preoccupazioni paralizzanti. L’84% degli italiani è impaurito dal clima “impazzito”, il 73,4% teme che i problemi strutturali irrisolti del nostro Paese provocheranno nei prossimi anni una crisi economica e sociale molto grave con povertà diffusa e violenza, per il 73,0% gli sconvolgimenti globali sottoporranno l’Italia alla pressione di flussi migratori  sempre più intensi e non saremo in grado di gestire l’arrivo di milioni di persone in fuga dalle guerre o per effetto del cambiamento climatico, il 53,1% ha paura che il colossale debito pubblico provocherà il collasso finanziario dello Stato.

Per concludere, il rapporto delinea una società italiana che naviga a vista, riluttante ad affrontare la realtà dei problemi emergenti. Un’immagine che invita alla riflessione e alla ricerca di una via di uscita da un supposto stato di sonnambulismo sociale.

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