Si è concluso il primo vertice internazionale sull’intelligenza artificiale che aveva il focus di discutere ed evidenziare tutti i rischi connessi allo sviluppo della tecnologia. Tra i partecipanti Elon Musk e Kamala Harris

di Corinna Pindaro

Si è concluso l’Ai safety summit, il vertice internazionali sulla sicurezza dell’Ai che si è tenuto a Londra, Bletchley Park, l’1 e il 2 novembre. Secondo il rapporto del governo britannico, sul quale si è fondata l’agenda del summit, con l’intelligenza artificiale sono molte le circostanze che rischiano di sfuggire al controllo umano costituendo vere e proprie minacce. Si pensi ad esempio agli attacchi automatizzati alla cybersecurity.

Partendo da questi presupposti, delineati nel rapporto che è stato realizzato con il contributo di aziende leader quali l’unità DeppMind di Google e diversi dipartimenti governativi britannici, il vertice si è concentrato sulle possibili modalità di abuso e i rischi connessi alle forme avanzate di intelligenza artificiale.

Nonostante il focus dell’evento sia stato molto discusso da diversi membri dell’esecutivo britannico il vertice è stato un successo. Ha visto la partecipazione di personaggi politici, quali ad esempio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma anche di imprenditori di fama mondiale come Elon Musk.

 

Per gli Usa ha partecipato la vicepresidente Kamala Harris che ha invitato il mondo a “creare una visione collettiva” di come dovrebbe essere il futuro dell’AI. Harris si è mostrata più cauta rispetto a Musk e ha affermato che ci sono uguali probabilità che l’intelligenza artificiale produca molti vantaggi o crei un terribile danno.  Allo stesso tempo ha presentato una proposta di “regole e norme” globali in base alle quali i contenuti generati dall’intelligenza artificiale verrebbero contrassegnati per evitare inganni e disinformazione e ha affermato che il modello di controllo adottato negli Usa potrebbe essere esportato in tutto il mondo. Tra l’altro proprio nella giornata del 1 novembre il presidente Biden ha presentato un ordine esecutivo per regolare l’applicazione dell’intelligenza artificiale chiedendo agli sviluppatori dei più potenti sistemi di IA di condividere con il governo le informazioni cruciali emerse dai test.

Ma non solo, la premier ha poi voluto annunciare che “durante il G7 terremo a Roma una Conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e Lavoro, alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’IA aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive. Altrimenti rischiamo che con lo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza regole, sempre più persone non siano necessarie nel mercato del lavoro, con conseguenze pesantissime sulla equa distribuzione della ricchezza. Il nostro obiettivo, insomma, è garantire un’IA che promuova lo sviluppo e l’inclusione invece che la disoccupazione e l’emarginazione. Non è una sfida facile – ha concluso – ma siamo pronti come sempre a fare la nostra parte senza esitazioni”.

Per governare il fenomeno dell’AI”, ha dichiarato nel suo intervento il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, “occorre prevedere, come ha fatto il presidente USA Biden e come sta avvenendo in ambito UE, normative vincolanti sui sistemi complessi che assicurino un’adeguata analisi preventiva dei rischi e di possibili attività di mitigazione, l’individuazione delle responsabilità degli attori coinvolti, il rispetto della proprietà intellettuale e della privacy. Importante mi sembra anche la decisione del primo ministro UK Sunak di istituire un Istituto per la sicurezza delle AI”.

Secondo il ministro: “È sempre più necessaria una governance globale del settore, in modo che l’innovazione tra soggetti di varia dimensione (PMI, grandi aziende) non porti a concentrare un eccessivo potere in poche organizzazioni private”. Al tempo stesso, ha specificato il ministro, “la cooperazione internazionale nella regolamentazione dell’AI è sempre più fondamentale per evitare una frammentazione normativa che potrebbe ostacolare l’innovazione”.

Per il titolare del Mimit: “Dobbiamo cercare il giusto equilibrio tra innovazione e sviluppo, da un lato, e sicurezza, etica e rispetto dei diritti umani dall’altro” ha affermato Urso, ricordando come il dialogo e la collaborazione tra Stati e in particolare, “tra le democrazie che condividono i valori di libertà dell’Occidente”, siano gli elementi chiave per affrontare le sfide globali poste dall’AI e per sfruttare appieno il suo potenziale positivo”.

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