La proposta è stata redatta dal fondatore di Merlyn Barnaba e dall’ex vicepresidente Siragusa e costituisce un piano del tutto alternativo a quello dell’ad Labriola: rete unica sotto la guida di Cdp, vendita della parte consumer e di Tim Brasil, Telecom Italia che resterebbe come infrastruttura. La gestione così immaginata eviterebbe l’esborso da parte del Mef di 2,5 miliardi

di Emilia Morelli

La vicenda di Tim subisce una svolta inaspettata degna della trama di una soap opera. E’ arrivata una proposta alternativa all’operazione di cessione al fondo statunitense Kkr. La proposta sul piatto prevede l’introduzione di una “rete nazionale unica” unificata sotto la guida di Cdp, la vendita di Tim Brasil e della parte consoumer mentre resterebbe una quotazione per Telecom Italia, di cui si ripesca il nome, che all’interno avrebbe solo l’infrastruttura.

La notizia è arrivata con una lettera che immediatamente è stata presa in esame dal consiglio di amministrazione di Tim che oggettivamente ha i suoi punti forti considerando che con l’unificazione in una rete nazionale a guida Cdp si eviterebbe al Mef l’esborso di 2,5 miliardi che, sebbene messi in conto, certamente non sono una cosa da poco in una manovra di bilancio a dir poco difficile.

La proposta, secondo quanto ha rivelato il Sole 24 ore, è arrivata da Merlyn Partners SCSp che al momento detiene azioni ordinarie sotto la soglia del 3%, come previsto dall’obbligo di comunicazione di legge. Artefici dell’operazione sono il fondatore del fondo d’investimento, Alessandro Barnaba, insieme con l’ex vicedirettore generale di Tim, Stefano Siragusa. In particolare è quest’ultimo che, lasciata Tim lo l’estate dello scorso anno ha deciso di redigere un piano industriale per la compagnia telefonica alternativo a quello finora portato avanti dall’ad Pietro Labriola. L’iniziativa si chiama Timvalue ed ha anche un sito internet (www. timvalue.com) e sembra avere tutte le carte in regola per dare uno scossone alla situazione già complessa della vendita della rete.

Nel piano di Timvalue la rete unica, composta da tutti gli asset di Tim e di Open Fiber, guidata da Cdp punta evitare qualsiasi appunto dell’antitrust grazie alla vendita preventiva delle aree nere di Open Fiber, come ipotizzato in una proposta più datata dai francesi di Macquarie. La vendita della parte consumer e di Tim Brasil inoltre costituisce un pacchetto che sicuramente oltre a essere interessante per gli acquirenti darebbe una notevole spinta al mercato. Tutto spiegato nella lettera al board di Tim che ora si trova di fronte da un lato l’offerta di Kkr sulla quale pesa, peraltro, la minaccia dell’azione legale che Vivendi si dice pronta a muovere qualora non fosse convocata un’assemblea straordinaria per far dire ai soci la propria sull’eventuale vendita di Netco al fondo Usa; dall’altra parte un’offerta nuova e inaspettata che sulla carta renderebbe tutto più semplice.

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