Dal cielo continuano a piovere bombe e i tank sono schierati al confine della Striscia di Gaza che è rimasta, inoltre, senza forniture: Israele ha disposto lo stop a cibo, acqua, corrente elettrica e benzina. Si tratta di un “assedio totale” mentre la comunità internazionale invoca un immediato cessate il fuoco

di Mario Tosetti

La ritorsione di Israele conto Hamas non si è limitata a pesanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza ma comprende anche lo stop a cibo, acqua, corrente elettrica e benzina. La Striscia di Gaza è stata isolata. La rabbia del governo di Israele probabilmente condurrà ad una risposta senza precedenti. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dato il via libera ad un “assedio totale”, a cominciare dal blocco delle forniture. Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”, ha affermato Gallant.

La risposta di Israele è, del resto, commisurata al fatto che un affronto simile è senza precedenti: mai i miliziani avevano varcato il confine, mai erano stati lanciati quasi 5.000 missili , mai l’intelligence israeliana aveva registrato una superficialità tale  da arrivare ad ignorare gli avvertimenti ricevuti da parte di alcuni funzionari egiziani, nonostante la notizia sia stata smentita da Tel Aviv. A Israele non resta che il pugno duro.  La volontà di Netanyahu e ministri sarebbe quella di eliminare una volta per tutte la minaccia estremista che governa la Striscia, sradicando così il problema alla radice. L’ostacolo, però, riguarda i costi che si trascinerebbe dietro questa operazione. Entrare a Gaza via terra è impossibile senza provocare un bagno di sangue, in cui verrebbero inclusi tutti, tanto terroristi islamici quanto i soldati israeliani, sebbene il numero più elevato di morti sarebbe quello dei civili palestinesi. Inoltre non è detto che un attacco di questo calibro no determini l’intervento di altri attori, quali ad esempio Hezbollah. L’espansione del conflitto rimane in ogni caso una conseguenza più che concreta, di cui anche Joe Biden ha chiesto conto a Netanyahu durante una telefonata avuta nel corso della giornata.“Dobbiamo entrare a Gaza, non possiamo trattare ora”, ha risposto il primo ministro al presidente americano, confermando la necessità di Israele nel mostrarsi ferreo nella risposta.

Intanto il portavoce delle armate di Hamas ha dichiarato lunedì che il gruppo non negozierà sui prigionieri israeliani “sotto il fuoco”. Il portavoce, Abu Ubaida, ha anche detto in un discorso video trasmesso sul canale televisivo del gruppo che Israele dovrebbe essere pronto a “pagare il prezzo” in cambio della libertà dei prigionieri.

La comunità internazionale invoca il cessate il fuoco immediato. “Riconosco le legittime rimostranze del popolo palestinese. Ma nulla può giustificare questi atti di terrore e l’uccisione, la mutilazione e il rapimento di civili. Ribadisco il mio appello a cessare immediatamente questi attacchi e a rilasciare tutti gli ostaggi. Sono profondamente allarmato dalle notizie di oltre 500 palestinesi  uccisi a Gaza e di oltre 3.000 feriti. Purtroppo, questi numeri aumentano di minuto in minuto con il proseguire delle operazioni israeliane. Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, ricordo a Israele che le operazioni militari devono essere condotte in stretta conformità con il diritto umanitario internazionale. I civili devono essere sempre rispettati e protetti. Le infrastrutture civili non devono mai essere un obiettivo”, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati