Il segretario generale della Cgil intervenendo dal palco di piazza San Giovanni, in una piazza in cui si sono raccolte 100 mila persone, ha sostenuto la necessità che sia introdotto un salario minino e si è scagliato contro le scelte del governo tanto sui tagli alla sanità quanto sulla mancata lotta all’evasione fiscale

di Mario Tosetti

Nel giorno della manifestazione Cgil a Roma il segretario Maurizio Landini ha invocato la necessità di introdurre il salario minimo perchè “5-6 euro l’ora sono paghe da fame, inaccettabili”.

“Faccio fatica a trovare le parole per l’emozione e la felicità di vedere una piazza così enorme. Non tutti riusciranno a entrare per le tante persone arrivate. Non ci ha obbligato nessuno, non ci ha obbligato il medico, ognuno di noi ha scelto di essere qui insieme. Non siamo qui per protestare, noi siamo qui per cambiare la situazione. Noi tutti che oggi siamo qui, così tanti, dobbiamo dire una cosa precisa, dobbiamo prendere tutti insieme impegno preciso: con oggi non finisce la lotta per l’applicazione della Costituzione, comincia la lotta per l’applicazione della Costituzione e questo significa fare una lotta territorio per territorio, luogo per luogo, dove i diritti fondamentali li pratichiamo. Abbiamo il dovere di cambiare il paese, la società che con scelte sbagliate ha aumentato le disuguaglianze. È il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che bisogna subire. Cio che ci unisce qui è la Costituzione”, che va “difesa e attuata”. Ha esordito così il segretario generale della Cgil dal palco di piazza san Giovanni. “Questa è la piazza che vuole unire tutto ciò che è diviso, che vuole cambiare il paese, questa è la piazza di chi paga le tasse e per questo vogliamo essere ascoltati”, ha continuato.

“Dobbiamo riaffermare un punto: chi produce la ricchezza di un paese è chi lavora, non è la finanza e per questo la ricchezza prodotta da chi lavora deve tornare a chi lavora. Non si può essere poveri lavorando, non è un lusso e un diritto, è la democrazia, è la libertà”, ha affermato Maurizio Landini in un altro passaggio del suo intervento dal palco sottolineando poi che i temi più importanti sono “salario, pensioni e difesa del reddito”. Secondo il segretario generale della Cgil, inoltre, il governo non combatte l’evasione fiscale a scapito dei lavoratori: “Mentre calano i salari e le pensioni non sono mai tanto aumentati i profitti nel nostro Paese. Il governo anzichè agire con il fisco e la tassazione continua a tassare il lavoro dipendente e i pensionati e non combatte una evasione fiscale che tocca i 110 miliardi”

Landini ha poi ricordato la “battaglia fondamentale” contro le morti sul lavoro, “80 morti al mese, una strage” e definito “inaccettabile” il taglio della spesa sanitaria inserito nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). “Abbiamo bisogno di assunzioni di medici e infermieri: questo è il modo di tagliare le liste d’attesa”, ha sottolineato sul punto. Spazio anche per il tema dell’alluvione in Emilia-Romagna: “Sono passati mesi, gli unici soldi che gli alluvionati hanno visto sono quelli dei Comuni e delle Regioni, dallo Stato non hanno ancora visto un euro”.

In piazza insieme alla Cgil erano presenti più di cento associazioni pronte a reclamare i diritti fondamentali contenuti nella Costituzione. La mobilitazione ha portato nella Capitale circa 100 mila persone unite tutte dal grido “Sciopero! Sciopero”.

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