Sulla questione migranti la presidente del Consiglio a Granada si è ritrovata tra due fuochi: da un lato la necessità di ricucire i rapporti con la Germania e dall’altro il bisogno di tenere in considerazione le posizioni contrarie all’intesa espresse dai suoi alleati Polonia e Ungheria

di Corinna Pindaro

La Dichiarazione di Granada al termine del Consiglio europeo che si è svolto in maniera informale non  conterrà alcun riferimento al dossier migranti e all’accordo raggiunto lo scorso 4 ottobre. La Dichiarazione deve, infatti, essere approvata a maggioranza ma ha ricevuto il voto negativo di Polonia e Ungheria. La questione dei migranti sarà oggetto, quindi, di una separata dichiarazione della presidenza spagnola.

“Abbiamo votato il Patto perché le nuove regole sono migliori delle precedenti ma io non ho portato questa priorità, è il dibattito di una vecchia percezione, la posizione nostra è diversa da Polonia e Ungheria per una questione geografica. Loro capiscono la posizione italiana, la loro posizione la comprendo perfettamente e non pregiudica il nostro lavoro”, ha affermato Meloni in un punto stampa al termine del vertice.

La verità è che la presidente del Consiglio in questo vertice si muoveva tra due fuochi: da un lato il tentativo di ricucire allo strappo con la Germania, in parte superato grazie alla cancellazione dal testo dell’intesa europea dell’emendamento tedesco sulle ong, dall’altro il confronto diretto con le posizioni intransigenti degli alleati Budapest e Varsavia.

“Io sono assolutamente d’accordo a dare nuove risorse non al capitolo migratorio ma all’Africa, noi con l’Africa dobbiamo costruire una partnership completamente diversa dal passato”, ha affermato la premier circa il tema migranti per poi ribadire nuovamente: “La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea. La migrazione irregolare deve essere affrontata immediatamente e con determinazione. Non permetteremo ai contrabbandieri di decidere chi entra nell’Ue. Continueremo ad attuare in modo efficace e rapido tutte le nostre decisioni».

Intanto l’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz è iniziato intorno alle 13.30 ed è terminato dopo 45 minuti. Il cancelliere tedesco “è consapevole che la strategia italiana è l’unica che può essere efficace: a me ha detto che bisogna andare avanti con questo lavoro in Tunisia“, ha affermato la premier , Meloni ha inoltre rivendicato tutte le posizioni favorevoli espresse sulla linea dell’esecutivo da lei guidato.  “Tutti ci dicono che il lavoro con Tunisi deve essere replicato con altri Paesi del Nord Africa e non solo”.

Nel corso della conferenza stampa Meloni si spesa anche in merito a questioni più squisitamente italiane. A quanti le hanno chiesto se fosse preoccupata per il rendimento dei Btp ha risposto: “No, non sono preoccupata. L’economia italiana è solida e credo che il Governo sta spendendo le risorse in modo serio e che ciò sia compreso anche all’estero”.

La presidente del Consiglio si è, inoltre espressa sulla questione che vede al centro il giudice della Corte di Catania che ha ritenuto illegittimo il decreto del governo che prevede la possibilità per i migranti di versare una cauzione di 5 mila euro come garanzia finanziaria per evitare  di attendere la risposta alla loro richiesta d’asilo nei centri di detenzione amministrativa (rimanendo invece in libertà). La giudice che ha emesso questa sentenza, Iolanda Apostolico, appare  ritratta nel video di una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione al tempo di Salvini ministro dell’Interno. “È legittimo chiedersi se qualcuno che partecipa a manifestazioni su quel tema, nel momento in cui decide, lo faccia con un pregiudizio o meno”. A quanti hanno affermato che di è trattato di un dossieraggio la premier ha ribattuto: “Era una manifestazione pubblica e la giudice era lì, non c’è niente di occulto. Che poi uno possa dire e segnalare “può essere che nelle decisioni ci sia un pregiudizio mi pare effettivamente legittimo”.

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