Il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro:  “rischiamo di bloccare le procedure per la realizzazione di opere pubbliche come nuovi servizi, opere di rigenerazione e riqualificazione, interventi per l’assetto del territorio e in contrasto al cambiamento climatico”.

Il Ministro Fitto

di Carlo Longo

Si alza il confronto tra Governo ed enti locali sul PNRR. Le Regioni e i Comuni italiani lanciano infatti l’allarme avvisando che  il mancato finanziamento dei progetti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rischia di portare al blocco di centinaia di cantieri e alla realizzazione incompleta di importanti opere pubbliche nelle già svantaggiate periferie del Paese.

Il taglio dei fondi per ben 16 miliardi di euro, riguardanti piani e progetti di rigenerazione urbana, ha scatenato preoccupazioni e perplessità tra i governatori delle Regioni, sia della maggioranza che dell’opposizione. Il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha cercato di rassicurare, ma le promesse non hanno convinto i rappresentanti locali, che hanno espresso le loro criticità e dubbi in una dettagliata dichiarazione congiunta.

Anche il sindaco di Bari, e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha insistito sulla necessità di tornare a garantire “risorse sostitutive“, altrimenti, ha spiegato,  “rischiamo di bloccare le procedure per la realizzazione di opere pubbliche come nuovi servizi, opere di rigenerazione e riqualificazione, interventi per l’assetto del territorio e in contrasto al cambiamento climatico“.

Nonostante alcune Regioni come la Lombardia e il Comune di Milano abbiano dichiarato che il definanziamento al momento non colpirà le risorse dirette a loro, molte altre opere in tutta Italia sono a rischio. I progetti di rigenerazione urbana, di efficientamento energetico, di mitigazione del rischio idrogeologico e di potenziamento delle infrastrutture sociali di comunità rischiano di essere bloccati o non realizzati completamente.

Sindaci e governatori chiedono al governo di garantire risorse alternative per scongiurare il rischio di arrestare importanti iniziative, come la demolizione delle Vele di Scampia o la riqualificazione del Serpentone di Corviale a Roma. Questi progetti, inizialmente previsti con una dotazione di 2,5 miliardi di euro nel Pnrr per i Piani urbani integrati, rappresentano solo una parte dell’elenco delle opere a rischio in diverse parti del Paese.

Le Regioni hanno sottolineato la necessità di coinvolgimento attivo nel processo decisionale e la richiesta di garantire almeno il 40% delle risorse del Pnrr alle Regioni del Mezzogiorno, in modo da bilanciare gli investimenti a livello nazionale. La situazione ha attirato l’attenzione anche dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, che ha espresso “forte incertezza” sull’evoluzione del Pnrr e ha segnalato rischi di rallentamento dell’economia, prevedendo una crescita del PIL solo dell’1% per quest’anno.

Nelle prossime settimane, è previsto un incontro tra i rappresentanti delle Regioni e il ministro Fitto per cercare soluzioni e garantire un’attuazione corretta dei programmi di spesa, evitando sprechi di denaro pubblico. Il futuro delle periferie italiane è incerto e dipenderà dalla capacità del governo di trovare soluzioni e di coinvolgere attivamente gli enti locali nella realizzazione delle opere fondamentali per la ripresa e la crescita del Paese.

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