Una folla di manifestanti ha attaccato l’ambasciata francese in Niger, calpestato la targa per poi sostituirla con bandiere russe. Mentre l’Occidente invoca che si ritorni al regime costituzionale, l’armata Wagner si dice pronta ad intervenire

di Emilia Morelli

Dopo il golpe che ha destituito il presidente Mohamed Bazoum, rovesciando l’ultima democrazia rimasta nel Sahel, si susseguono i disordini. L’esercito ha disperso la folla dei giovani che nella capitale Niamey invocavano a gran voce la partenza dei francesi mentre sventolavano bandiere russe e inneggiavano il nome di Vladimir Putin.

I manifestanti che guardano con evidente favore un’alleanza con la Russia di Putin hanno marciato fino all’ambasciata francese, per poi darne alle fiamme l’ingresso. Lo hanno fatto sapere alcuni testimoni oculari della vicenda.

I manifestanti hanno cercato di entrare nell’edificio, hanno strappato e calpestato la targa recante la scritta “Ambasciata francese in Niger” per poi sostituirla con la bandiera russa. Il tutto al grido inequivocabile “Viva Putin, viva la Russia, abbasso la Francia”. La situazione appare quanto mai instabile e sul terreno si è detta pronta a intervenire anche la compagnia Wagner. Ma non è tutto in quanto gli analisti sottolineano che  nel  Paese vi è un ‘interesse multipolare’, non solo dell’Europa e dell’Occidente ma che riguarda anche la Cina.

Il presidente Emmanuel Macron ha immediatamente dichiarato che “non tollererà più alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi”. “Chiunque attacchi i cittadini, l’esercito ed i diplomatici francesi vedrà la Francia rispondere immediatamente e irremovibilmente”, si legge nella nota divulgata dall’Eliseo. Peraltro, la Francia già alla notizia del colpo di Stato ha immediatamente deciso di sospendere gli aiuti all’ex colonia che ha ottenuto l’indipendenza da Parigi nel 1960.

Intanto, i vicini e i partner internazionali, tra cui gli Stati Uniti, le Nazioni Unite, l’Unione Africana, l’Unione Europea  hanno condannato la presa di potere militare, si sono tutti rifiutati di riconoscere i nuovi leader e hanno chiesto che il presidente Mohamed Bazoum fosse riportato al potere, democraticamente eletto nel 2021.

La Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) ha dato un ultimatum ai golpisti affinchè riportino l’ordine costituzionale e il governo civile del presidente Bazoum minacciando l’uso della forza nell’ipotesi in cui decidano di non ottemperare all’invito. Inoltre, l’Ecowas ha deciso di imporre sanzioni economiche immediate al Niger.

Uno sforzo diplomatico, invece, lo hanno compiuto l’ex presidente nigeriano Mahamadou Issoufou e  il presidente del Ciad, Mahamat Deby, che è atterrato a Niamey  per “sondare il terreno e cercare di portare una soluzione della crisi”.

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