Spinta tecnologica e forte attenzione sociale: così il ceo ha ottenuto i migliori risultati di sempre nel primo semestre sfidando le Fintech con Isybank, la banca digitale che potrà gestire sino a cinque milioni di clienti

Il ceo di Intesa Carlo Messina

di Orsetta Pecci

Stabilità è la parola chiave di Carlo Messina, il ceo che in dieci anni ha portato Intesa Sanpaolo sul podio come prima banca europea. E che ha appena creato in un anno, con un investimento di 1,8 miliardi, la più massiccia assunzione di giovani degli ultimi decenni. Isybank è la prima banca digitale italiana e, di fatto, la seconda nel Paese come dimensioni dopo la stessa Intesa, perché è in grado di gestire cinque milioni di clienti. E per la fine del 2023 ha già annunciato 7 miliardi di utili per la capogruppo dopo il miglior risultato di sempre ottenuto nel primo semestre. Un traguardo importante al quale Messina ha portato Intesa Sanpaolo anche dopo aver aumentato gli stipendi ai 100 mila dipendenti. Una scelta, quella di investire sul personale della banca, fatta anche per esperienza personale. Avendo lui stesso incominciato la carriera in banca come impiegato di prima fascia, conosce bene la necessità di sostenere le famiglie in un periodo in cui l’inflazione è tornata a crescere.

Non a caso, infatti, Messina sottolinea in ogni suo intervento pubblico che la politica non deve lasciare indietro nessuno e che ogni manovra economica deve partire dall’aiuto ai più deboli, prima di illustrare quel che la banca ha fatto direttamente per sostenere il terzo settore, il volontariato e le persone in difficoltà.

Dunque, sono la stabilità nel governo del Paese e la stabilità sociale gli ingredienti (oltre e accanto alla stabilità nell’azionariato e nel management di una grande istituzione finanziaria come Intesa) che rafforzano l’economia e la rendono attrattiva per gli investimenti dall’estero: “Rispetto alla pandemia e poi alla crisi energetica l’economia italiana ha dimostrato una capacità di reazione sulla quale in pochi avrebbero puntato. Dovremmo avere – ha detto Carlo Messina in un’intervista a Nicola Saldutti, responsabile del settore economico del Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano – maggiore consapevolezza degli elementi di forza del nostro Paese e ambire alla leadership nella partita europea. In questi anni, tanto per fare un solo esempio, in Italia gli investimenti in macchinari e tecnologie sono cresciuti del 25%, mentre i tedeschi investivano dieci volte di meno, solo il 2,5%. Continuiamo su questa strada virtuosa, dandoci come termine di paragone con il quale confrontarci chi si trova al vertice: la Germania. Questo sarebbe un approccio vincente se vogliamo giocare da leader in Europa. La stabilità può consentire di raggiungere importanti risultati. E con il governo Meloni mi sembra ci siano le condizioni. A patto, però, che non si lasci indietro nessuno. Che si tenga presente quante persone oggi in Italia facciano fatica a condurre una vita dignitosa. Considerando che un Paese è fatto di istituzioni, imprese, ma anche di famiglie, di persone. Nei primi sei mesi dellanno versiamo tasse allo Stato per 2,6 miliardi. Garantiamo alle fondazioni risorse per i loro progetti, e portiamo avanti un ampio programma contro le disuguaglianze nel Paese e favorendo linclusione, per non lasciare indietro nessuno. Destiniamo 60 milioni di interventi a chi è in maggior difficoltà, e poi i finanziamenti ai giovani, il social housing. E questo lo facciamo perché siamo la più grande azienda del Paese. E dobbiamo contribuire alla crescita».

Carlo Messina è difinibile un banchiere sociale, nel senso di profonda attenzione alle necessità non soltanto delle imprese (durante la pandemia ha messo a disposizione del settore produttivo un plafond di 400 miliardi di euro all’anno) ma anche delle persone perchè convinto che alla fine la stabilità e la coesione sociale dipendono in larga misura dalla stabilità degli individui e delle famiglie. Ma non è soltanto questo: è il primo ceo del settore in Europa che ha reagito con la mossa del cavallo alla concorrenza delle Fintech, l’invasione di campo nei pagamenti dei colossi digitali come Apple, Google o Amazon.

Ecco come ha spiegato le proprie scelte al Corriere della Sera:   “osservando i grandi player digitali – ha detto Messina – ci siamo chiesti: in quanto tempo entreranno in forze nel nostro mercato? Così due anni fa assieme al Consiglio e alla prima line a del nostro management, abbiamo deciso: dovevamo far diventare Intesa Sanpaolo una Fintech. Abbiamo quindi investito 1,8 miliardi nella nuova piattaforma tecnologica Nativa cloud Isytech. Nel giro di un anno abbiamo lanciato Isybank, la nostra banca interamente digitale, allavanguardia tecnologica. E da poco Fideuram Direct, la piattaforma di Wealth Management digitale. Avendo una bussola precisa, una condizione: tenere a bordo tutte le nostre persone. Affiancare tecnologie e capitale umano”.

“Per Isybank – ha proseguito il ceo di Intesa – abbiamo costruito unarchitettura sofisticata, un’infrastruttura tecnologica con la quale possiamo guardare ad altri mercati. Un tempo per entrare in un paese si facevano acquisizioni. E ancora oggi, se vuoi sederti ai tavoli che contano in quel paese, devi farlo. Noi puntiamo a fare industria, in maniera innovativa, ciò non richiede acquisizioni ma capacità di spingersi in nuovi mercati. Abbiamo scelto come partner i migliori del fintech, Thought Machine, un campione a livello globale in questo settore. Google ha messo a disposizione la tecnologia cloud a tutto il sistema Intesa Sanpaolo. Abbiamo portato in banca nuove competenze. In 12 mesi abbiamo creato una banca digitale. Una piattaforma di nostra proprietà che ci consentirà di essere più veloci, flessibili”.

Carlo Messina CEO Intesa San Paolo

Grazie alla forte connotazione tecnologica che ha impresso a Intesa e alla parallela e continua spinta alla vocazione sociale, Messina è molto fiducioso sulla crescita dell’Italia e non vede un rischio recessione: “nel periodo 2022-2023 – ha detto Messina – lItalia è cresciuta del 5%, mentre la Germania si è fermata all1,6% e la Francia viaggia intorno al 3%. Questo perchè abbiamo investito. Perché il sistema ha investito. Dal 2016 in poi gli investimenti sono cresciuti del 21%, mentre la Germania solo del 7,5%. E ora i risultati si vedono. Il governo? Estata positiva la tenuta dei conti pubblici, e la conferma della nostra collocazione internazionale. Dopo anni di instabilità abbiamo davanti una legislatura. Questo sta attirando gli investitori internazionali. Il potenziale dellItalia è enorme e se saremo capaci di proseguire negli investimenti e nella crescita, la situazione cambierà in modo netto e duraturo”.

(Associated Medias)