Lo zar: “Ringrazio quei soldati e comandanti del gruppo Wagner che hanno preso la decisione giusta: hanno evitato un bagno di sangue fratricida, fermandosi all’ultimo momento”. Parla anche Prigozhin dalla Bielorussia che al momento resta indagato

di Ennio Bassi

Alla fine lo zar ha parlato e le sue parole hanno chiarito almeno qualche punto di questo tentato colpo di stato i cui contorni sono apparsi oscuri sin dall’inizio ma il cui esito ha tenuto russi e ucraini più mezzo mondo con il fiato sospeso. Vladimir Putin in un nuovo messaggio alla nazione ha ringraziato i combattenti della Wagner per la “decisione corretta” di interrompere la loro avanzata verso la capitale, ma ha anche lasciato intendere che l’organizzazione non avrà più spazio in Russia.

Durante un discorso di cinque minuti, il presidente russo è stato esplicito: “Ringrazio quei soldati e comandanti del gruppo Wagner che hanno preso la decisione giusta: hanno evitato un bagno di sangue fratricida, fermandosi all’ultimo momento”. Putin ha dunque offerto ai miliziani l’opportunità di continuare a servire la Russia firmando contratti con il ministero della Difesa o altre agenzie governative. Non solo: i mercenari potranno se lo vorranno tornare alle loro famiglie e amici o, se lo vorranno, potranno anche recarsi in Bielorussia.

Il presidente russo, come a voler tranquillizzare  tanto i russi quanto gli osservatori internazionali, ha sottolinea anche come sin dall’inizio degli eventi sono state adottate misure per evitare una grande spargimento di sangue: “Ho dato direttive – ha detto – chiare fin dall’inizio, dando il tempo necessario affinché coloro che hanno commesso un errore potessero cambiare idea e capire che le loro azioni erano fortemente respinte dalla società. Questo è stato fatto considerando le conseguenze tragiche e devastanti per la Russia e per il nostro Stato, che avrebbero potuto derivare da questa avventura in cui erano stati coinvolti”.

Putin ha anche spiegato che sin dall’inizio della ribellione le autorità hanno preso immediatamente tutte le decisioni necessarie per neutralizzare la minaccia e proteggere l’ordine costituzionale, la vita e la sicurezza dei cittadini russi. L’eventuale ribellione armata sarebbe stata comunque soppressa, e gli organizzatori della rivolta lo hanno capito, così come tutti gli altri partecipanti a azioni criminali volti a dividere e indebolire il Paese. Putin sottolinea che la Russia sta attualmente affrontando una colossale minaccia esterna e una pressione senza precedenti dall’esterno.

Ma non a parlare non è stato solo Putin. Il cuoco più sanguinario del mondo, il patron della Wagner di cui si erano perse le tracce ha fatto sentire la sua voce dalla Bielorussia dove pare essere finalmente arricato. Evgeny Prigozhin, fondatore e leader della Wagner che al momento resta indagato, ha infatti rotto il silenzio dopo quasi 48 ore dal presunto golpe fermato a 200 km dalla capitale russa e dal presidente Putin. Prigozhin è riapparsi con  un messaggio audio di 11 minuti pubblicato su Telegram, il suo social network preferit,  affermando che la marcia organizzata dalla Wagner, definita “una masterclass”, era finalizzata soltanto ad ottenere “giustizia” e non a rovesciare la leadership di Vladimir Putin. Una cosa che aveva già detto prima e che appare come un goffo tentativo di normalizzare il rapporto con il suo vecchio mentore e sodale.

Poche ore prima la polizia russa aveva effettuato un blitz nel cortile dell’hotel Trezzini a San Pietroburgo, che si ritiene essere il quartier generale del capo del Gruppo Wagner. Durante l’operazione è stata sequestrata una notevole quantità di denaro contante, corrispondente a un valore di 4 miliardi di rubli, pari a circa 43 milioni di euro. Il blitz è avvenuto quando il capo dei mercenari della brigata paramilitare era in marcia su Mosca, dopo aver occupato la città strategica di Rostov come segno di protesta nei confronti dei vertici militari del Cremlino.

Prigozhin ha confermato che il denaro trovato all’interno di un furgone bianco era di sua disponibilità e doveva essere utilizzato per pagare gli stipendi, il cosiddetto “risarcimento Cargo 200” per i familiari dei combattenti, e altre questioni.

Oltre al denaro contante, sono stati anche trovati lingotti d’oro, conservati in scatole di vario formato. L’operazione è stata riportata dal portale di inchiesta russo “Fontanka”. Il furgone è stato controllato per verificare la presenza di esplosivi al suo interno, ma una volta aperto sono state scoperte le scatole piene di denaro.

Insomma, oggi un pò di chiarezza. Qualche punto fermo su come questa brutta storia da repubblica delle banane si è chiusa. Ma la trama di questo dramma che ogni tanto sfocia nella farsa è ben lungi dall’essere conclusa, come del resto la guerra in Ucraina che da domani ritorna al centro dei pensieri di tutti quelli che vivono in questa lande martoriate.

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