Eni ha comunicato i risultati finanziari per l’esercizio 2022, l’utile netto è pari a 13,81 miliardi di euro in forte aumento rispetto al 2021. Presentato anche il nuovo Piano Strategico per il 2023-2026 che si muove parallelamente sulla necessità di diversificare l’approvvigionamento, gli obbiettivi di decarbonizzazione e l’incremento del valore delle azioni

di Corinna Pindaro

Eni ha comunicato i risultati finanziari del 2022 terminando l’esercizio con un forte aumento della redditività e dei ricavi. Nel dettaglio i ricavi della gestione caratteristica pari a 132,3 miliardi di euro, sono in aumento del 73% rispetto ai 76,58 miliardi ottenuti l’anno precedente. Nel 2022 la produzione di idrocarburi è scesa del 4% a 1,61 milioni di boe/giorno. ENI ha chiuso lo scorso anno con un utile operativo adjusted di 20,39 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai 9,66 miliardi ottenuti nell’esercizio precedente. Il risultato netto adjusted è stato positivo per 13,31 miliardi di euro, risultato che si confronta con i 4,33 miliardi contabilizzati nel 2021. Il risultato netto è stato positivo per 13,81 miliardi di euro, grazie ai risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio. L’utile per azione adjusted è stato pari a 3,78 euro.

Dopo aver diffuso risultati, definiti dall’ad Claudio De Scalzi “eccellenti”, il gruppo energetico ha presentato il nuovo Piano Strategico 2023-2026.  Molteplici le direttrici su cui il cane a sei zampe intende agire: la sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione delle emissioni e l’incremento del valore delle azioni. Su quest’ultimo punto si fonda una modifica della disciplina dei dividenti: nel 2023 il dividendo sarà di 94 centesimi, il 7% in più rispetto agli 88 del 2022. La decisione, comunque, per il momento ha scosso il mercato in maniera negativa e il titolo ha perso il 4%. Tuttavia, considerando anche le aspettative per lo scenario e l’andamento dei business, Eni lancerà nel 2023, dopo l’approvazione degli azionisti a maggio, anche un programma di acquisto di azioni proprie per un valore di 2.2 miliardi di euro, pari circa il 4.5% delle azioni in circolazione all’attuale prezzo.

Per quanto riguarda la strategia di decarbonizzazione il gruppo ha confermato gli obbiettivi di riduzione delle emissioni: -35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050. Ancora più ambiziosi gli obiettivi di produzione di energia sostenibile, si prevede una previsione costante in aumento del 3-4%. Eni prevede che la capacità di generazione rinnovabile di Plenitude, la cui quotazione è stata rinviata, si porterà a oltre 7 GW entro il 2026 e a oltre 15 GW entro il 2030. La società ha come obiettivo il raddoppio dei punti di ricarica entro il 2026, quando si prevede che l’ebitda possa aumentare di tre volte rispetto al 2022

Ad ogni modo, la necessità di diversificare gli approvvigionamenti imposta dalla guerra in Ucraina e il progressivo allontanamento dalle forniture russe impone per Eni una forte previsione di produzione di gas (+60%). Aumenti di produzione sono previsti anche per il Gnl, per cui si prevede un volume doppio rispetto al 2022 di oltre 18 milioni di tonnellate annue.  Piani di crescita  sono dettati anche per la bioraffinazione,  sul punto Eni intende arrivare a oltre 3 milioni di tonnellate annue entro il 2025 e oltre 5 entro il 2030.

In relazione alle prospettive di crescita economica delineate dal Piano Eni prevede di generare un flusso di cassa prima del capitale circolante di oltre 17 miliardi di euro nel 2023 e di oltre 69 miliardi di euro nell’arco del Piano. L’incremento è del 25%.

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