di Deborah Baranes

“Non è nel dare la vita ma nel rischiare la vita che gli esseri umani sono superiori agli animali; questo è il motivo per il quale nell’umanità la superiorità è stata data non al sesso che genera, ma a quello che uccide.” Diceva Simone de Beauvoir nel Secondo sesso.

Il 19 ottobre di quest’anno il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha  insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica un gruppo di cittadini, di diversi ruoli, professioni e provenienza geografica, che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza causata dalla pandemia.

Annalisa Malara, anestesista di Lodi ha curato il paziente 1 italiano.

Laura Ricevuti, medico del reparto medicina di Codogno ha curato il paziente 1 italiano

Mariateresa Gallea, medico di famiglia di Padova che volontariamente si è recata insieme a due colleghi in piena zona rossa per sostituire i colleghi di Vo’ Euganeo messi in quarantena.

Monica Bettoni, medico in pensione, ha deciso di tornare in corsia a Parma.

Elena Pagliarini è l’infermiera di Cremona ritratta nella foto diventata simbolo dell’emergenza coronavirus. Positiva, è guarita.

Marina Vanzetta, operatrice del 118 di Verona, ha soccorso una anziana donna e le è stata accanto fino alla morte.

Maria Rosaria Capobianchi, a capo del team. presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma che ha contribuito a isolare il virus.

Concetta Castilletti, responsabile della Unità dei virus emergenti lo Spallanzani di Roma

Francesca Colavita, Lucia Bordi, Eleonora Lalle, Giulia Matusali, biologi presso lo Spallanzani di Roma

Claudia Balotta a capo del team di ricerca dell’ospedale Sacco e dell’Università degli Studi di Milano, ora in pensione. Nel 2003 aveva isolato il virus della Sars.

Arianna Gabrieli, Annalisa Bergna, Alessia Lai, ricercatrici presso l’ospedale Sacco e dell’Università degli Studi di Milano. Il riconoscimento, dice Lai, “premia non solo noi più vecchi, ma soprattutto i più giovani che hanno lavorato come pazzi, senza chiedere nulla in cambio, facendo un servizio per tutta la comunità”.

Yvette Batantu Yanzege della Croce Rossa Riccione ha risposto all’appello della Lombardia che chiedeva aiuto a medici e personale con ambulanze.

Concetta D’Isanto, addetta alle pulizie in un ospedale milanese. Fa parte di quella schiera di lavoratori che ha permesso alle strutture sanitarie di andare avanti nel corso dell’emergenza

 Rosa Maria Lucchetti, cassiera all’Ipercoop Mirafiore di Pesaro, ha lasciato una lettera agli operatori del 118 di Pesaro donando loro tre tessere prepagate da 250 euro. Nella lettera, firmata solo Rosa, scriveva: “Dio non può essere ovunque, ecco perché ha creato voi del 118.”

Daniela Lo Verde, preside dell’istituto “Giovanni Falcone” del quartiere Zen di Palermo, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa alimentare ad alcune famiglie in difficoltà. Suo l’appello per recuperare pc e tablet per consentire ai suoi allievi di seguire le lezioni a distanza. “Utilizzerò il riconoscimento per riaccendere i riflettori su questa periferia per la quale spero sempre in un riscatto, non solo economico ma anche sociale.”

Cristina Avancini, l’insegnante di Vicenza che nonostante il contratto scaduto non ha interrotto le video-lezioni con i suoi studenti.

Francesca Leschiuttae coordinatrice infermieristica , della Parrocchia di San Vito al Tagliamento (PD) che, insieme agli altri dipendenti, sono rimasti a vivere nella struttura per proteggere gli anziani ospiti.

Irene Coppola ha realizzato, a sue spese, migliaia di mascherine. Ha aiutato una associazione per sordi inventando una mascherina trasparente per leggere il labiale.

Greta Stella, fotografa professionista, volontaria presso la Croce Rossa di Loano (Savona), ha realizzato un racconto fotografico dell’attività quotidiana dei volontari. “Sono arrivata in Cri per una scelta naturale e istintiva, un gesto d’amore per il mio Paese in cui ero tornata da pochi giorni dopo un anno in Canada. Dopo due settimane di servizio ho capito che la fotografia sarebbe stata essenziale per raccontare l’operato dei volontari. Così ho deciso di realizzare un reportage. Era importante raccontare un atto volontario di tanti. Tra i volontari c’è chi ha perso il lavoro per la pandemia e nonostante ciò ha deciso di donare il suo tempo. Se più persone si dedicassero a una comunità capiremmo tutti meglio cosa significa farne parte”.

Giorgia Depaoli, cooperante internazionale e si dedica in particolare alla difesa dei diritti delle donne. Ha subito dato la sua disponibilità alla piattaforma “Trento si aiuta” .

Maria Sara Feliciangeli, fondatrice dell’Associazione Angeli in Moto, insieme ai suoi amici motociclisti si è impegnata per consegnare i farmaci a domicilio alle persone con sclerosi multipla.

Tantissimi anche gli uomini premiati da Mattarella. Noi qui abbiamo ricordato solo alcune donne.

Chissà che i tempi non siano cambiati, Simone.

Chissà che la superiorità non dipenda più dal sesso.

Chissà che generare e uccidere non possano essere finalmente sostituiti dall’asessuato “salvare”.

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