di Velia Iacovino

Il Covid si sveglia alle 18. Evidentemente è così, altrimenti perché il governo avrebbe deciso con il decreto firmato domenica mattina di chiudere bar, ristoranti, pub, pasticcerie a partire dalle 6 della sera ? Non si potrà andare neppure in palestra né in piscina, ma la ginnastica è consentita all’aperto, sia pure con alto rischio di infreddature, che ci faranno sicuramente temere di aver preso il virus. Chiusi cinema e teatro che invece in questi mesi si erano dati regole ferree dimostrando di poter assicurare un intrattenimento culturale assolutamente safe agli utenti.

Vietati anche i convegni e le feste private, le sagre e le fiere. E questo è comprensibile per evitare inevitabili assembramenti. Non si potrà ricevere in casa nessuno, né sostare nelle piazze, o spostarsi in auto se non per motivi di lavoro o per particolari esigenze. Forse si è scoperto che si puo’ diffondere il virus anche rimanendo nell’abitacolo del proprio mezzo, mentre pare si possa dedurre che il Covid in metropolitana non colpisca anche se magari è strapiena. Il decreto infatti non segnala particolari misure di emergenza per i trasporti. Nessuna interdizione per chiese e templi, che resteranno spalancati ai fedeli per consentire loro di pregare perché questa punizione divina finisca.

Liberi bambini e anziani e disabili di andare in giro senza mascherine quasi fossero immuni al Covid e innocui. E luce verde anche alle gare sportive di interesse nazionale, a riprova del potere di Coni, Cip e federazioni. Mai sia precludere ai nostri beoti l’estasi di una partita di calcio. Le scuole elementari e medie rimarranno aperte, ma chiuderanno per il 75% della totalità le superiori in cui la didattica sarà a distanza, perché abbiamo dimostrato di non essere capaci di educare gli adolescenti al rispetto delle regole. E così via….Staremo a vedere se ce la faremo a non morire di coronavirus o dì fame.

Il Covid è una cosa seria, molto seria, che uccide, ma non ci salverà un presunto flebile coprifuoco, tal è non poter circolare se non per motivi giustificabili, anche se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ama questa parola.  Ci salverà la nostra coscienza civica e il nostro senso di responsabilità. Non saremmo arrivati a questo punto se avessimo tutti indossato le mascherine, se ristoranti, bar, locali avessero contingentato i loro clienti e distanziato adeguatamente i tavoli, se i gestori dei trasporti pubblici avessero assicurato un servizio sicuro, se i genitori avessero spiegato ai figli che in stare a distanza era essenziale, se i paesi della Ue avessero accettato la buona proposta italiana di eseguire test anticovid veloci a tutti i passeggeri obbligatoriamente prima dell’imbarco, se fossero stati temporaneamente sospesi gli sport di contatto, comprese le gare nazionali. Ma i se non portano a niente. Dobbiamo fare tutti autocritica e dimostrare di essere un paese civile.

(Associated Medias) Tutti i diritti sono riservati